Graham Hancock è nato in Scozia, a Edimburgo, e ha vissuto a lungo in India dove il padre lavorava come chirurgo. Tornato in patria, si è laureato in Sociologia presso la Durham University e ha iniziato la carriera di giornalista, arrivando a firmare articoli per i più prestigiosi quotidiani britannici quali il Guardian, il Times e l’Independent. Dal 1980 è anche autore di libri.
Archeologia, astronomia, genetica e antropologia si intrecciano per ricostruire un quadro ricchissimo di suggestioni sulle nostre radici più lontane e sulla storia dell’uomo sulla Terra.
Ci hanno sempre insegnato che nel Nord e nel Sud America non ci fosse presenza umana fino a 13.000 anni fa e che il continente americano fosse stato l’ultimo a venire popolato dai nostri antenati.
Ma nuove scoperte hanno drasticamente cambiato questa immagine e adesso siamo in grado di dimostrare che le Americhe furono abitate dall’uomo più di 130.000 anni fa, decine di migliaia di anni prima che in qualsiasi altra parte della Terra.
Le indagini di Hancock ci conducono attraverso una serie di viaggi e di incontri con scienziati responsabili delle più recenti scoperte: dalla valle del Mississippi alla foresta fluviale amazzonica, Hancock mostra come le antichissime civiltà del cosiddetto Nuovo Mondo avessero in realtà sviluppato avanzate conoscenze scientifiche e sofisticate culture del tutto analoghe a quelle del cosiddetto Vecchio Mondo, tali per cui è lecito mettere in dubbio che l’origine stessa della civiltà umana sia avvenuta in quest’ultima parte del pianeta.
Il mistero della civiltà perduta è la quintessenza di tutto ciò che milioni di lettori hanno adorato nei libri di Hancock, vale a dire la capacità di esplorare con la mente aperta i misteri del passato, le più incredibili scoperte dell’archeologia e le profonde implicazioni che tutto ciò può avere per capire come viviamo il nostro presente.
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