Il vangelo di Giuda è un manoscritto ritrovato in Egitto, dentro una grotta nel deserto. Molto somigliante ai codici di Nag Hammadi questo è solo uno dei circa 30 vangeli utilizzati dai primi seguaci di Gesù per diffondere la sua voce e che sono poi stati esclusi dalla dottrina cattolica da Ireneo di Lione, teologo romano ed uno dei padri della Chiesa. Fu Ireneo, infatti, colui che scelse arbitrariamente tra i vangeli quelli che più potevano servire a diffondere la dottrina cattolica, quelli di Matteo, Luca, Marco e Giovanni.
Ovviamente questo vangelo non poteva che essere escluso da Ireneo visto che, se veritiero, avrebbe cambiato completamente il paradigma su cui si basa il credo odierno. Giuda infatti, in questa versione, diventa la vittima e non il carnefice perché in quanto prediletto di Gesù, come unico tra i discepoli in grado di capire in profondità gli insegnamenti di Cristo, sceglie di seguire la richiesta dello stesso Gesù: quella di tradirlo perché si possa compiere l’estremo sacrificio consegnandolo però ai posteri come il peggiore dei traditori, l’infido, l’avido. In questo modo, alla pari del suo maestro, si sacrifica diventando l’unico, tra i 12 seguaci di Cristo, a raggiungere la conoscenza superiore.
In fin dei conti, se Giuda fosse davvero colui che tradisce Gesù, dopo la sua affermazione durante l’ultima cena che qualcuno lo avrebbe tradito come si potrebbe considerare il pilastro fondamentale della Chiesa, quello del libero arbitrio? Che scelta avrebbe avuto Giuda se tutto fosse stato già scritto?
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RispondiEliminaCiao,
Eliminaho ripristinato il link.